Guida alle immobilizzazioni finanziarie

immobilizzazioni finanziarie

Le immobilizzazioni finanziarie sono una parte fondamentale del patrimonio aziendale; conoscerle e sapere come gestirle è importante sia da un punto di vista strategico che da un punto di vista economico.

Questi beni, infatti, sono contraddistinti da investimenti in altre aziende, crediti a lungo termine, titoli e strumenti finanziari che, sul lungo periodo, possono generare introiti e aumentare l’influenza dell’azienda su altre imprese.

In questa guida completa ti spiegheremo cosa sono le immobilizzazioni finanziarie, quali sono le loro caratteristiche e qual è il loro ruolo all’interno del bilancio aziendale: in questo modo avrai a disposizione tutte le informazioni che ti servono per valutare nuovi investimenti.

Cosa sono le immobilizzazioni finanziarie

Per capire esattamente cosa sono le immobilizzazioni finanziare, dobbiamo partire dall’analisi della definizione di immobilizzazione finanziaria fornita dall’ articolo 2424 bis del Codice Civile, secondo cui:


“Gli elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente devono essere iscritti tra le immobilizzazioni.

Le partecipazioni in altre imprese in misura non inferiore a quelle stabilite dal terzo comma dell’articolo 2359 si presumono immobilizzazioni.”

Secondo la definizione del Codice Civile le immobilizzazioni finanziarie quindi:

  • fanno parte del patrimonio aziendale;
  • sono durevoli;
  • includono le partecipazioni aziendali.

Pertanto, secondo la legge, sono considerate immobilizzazioni finanziarie tutte le parti del patrimonio, come le partecipazioni aziendali, che un’azienda detiene a lungo termine: ma cosa significa esattamente?

Significa che le partecipazioni aziendali sono tutti quei crediti, di natura non commerciale destinati, a rimanere nel patrimonio aziendale per un lungo periodo di tempo con lo scopo di generare diversi tipi di rendita.

Possiamo fare rientrare all’interno di questa categoria beni patrimoniali come:

  • titoli;
  • crediti commerciali a lungo termine;
  • mutui attivi;
  • partecipazioni societarie:
  • investimenti.

Inoltre, ricorda che le immobilizzazioni finanziarie vanno distinte dalle immobilizzazioni materiali e immateriali per la loro natura intangibile e per la loro funzione strategica di lungo termine. 

Differenza tra immobilizzazioni finanziarie e attivo circolante

Le immobilizzazioni finanziarie non devono essere confuse con il concetto di attivo circolante.

  • Le immobilizzazioni finanziarie sono investimenti di lungo termine che rimangono nel patrimonio dell’azienda per più di un anno, non sono destinate alla vendita immediata. 
  • L’attivo circolante include beni e crediti che si prevede di trasformare in liquidità entro l’anno. 

In pratica lo scopo delle immobilizzazioni finanziarie (come per esempio le partecipazioni societarie) è quello di generare rendimenti a lungo termine, o di mantenere il controllo strategico su altre aziende, mentre lo scopo dell’attivo circolare è quello di garantire la liquidità necessaria per finanziare le operazioni aziendali nell’immediato.

Ci sono alcuni elementi patrimoniali, come le partecipazioni e i crediti che rientrano sia nelle immobilizzazioni finanziarie che nell’attivo circolare.

Le partecipazioni societarie vengono considerate immobilizzazioni finanziarie se il periodo di tempo in cui rimangono all’interno del patrimonio aziendale è superiore a un anno, altrimenti vengono fatte rientrare nel capitale circolare.

Invece, i crediti vengono considerati immobilizzazioni finanziarie in base al criterio della destinazione: se i crediti hanno una destinazione finanziaria allora vengono fatti rientrare nelle immobilizzazioni finanziarie, se invece sono di natura commerciale, vengono fatti rientrare nel attivo circolare.

Immobilizzazioni finanziarieAttivo circolare
DurataLungo termineBreve termine
Tipologia di patrimonioPartecipazioni societarie, titoli azionari, mutui, investimenti…Rimanenze in magazzino, crediti esigibili…
CommerciabiliNoSi

Suddivisione delle immobilizzazioni finanziarie

Non esiste un solo tipo di immobilizzazione finanziaria; le immobilizzazioni vengono suddivise in 3 categorie in base ai principi contabili.

All’interno delle immobilizzazioni finanziarie si possono identificare quattro macrocategorie:

  • le partecipazioni, che sono a tutti gli effetti quote di società;
  • i crediti concessi ad altre imprese, come per esempio i mutui attivi;
  • gli strumenti finanziari derivati attivi;
  • altri titoli finanziari.

Vediamo ora nel dettaglio quali sono le caratteristiche di ogni tipologia di immobilizzazione finanziaria.

Partecipazioni

Le partecipazioni, ovvero le quote di società terze che fanno parte del patrimonio aziendale, si suddividono in:

  • partecipazioni in imprese controllate;
  • partecipazioni in imprese collegate;
  • partecipazioni in imprese controllanti;
  • partecipazioni in imprese sottoposte al controllo delle controllanti;
  • partecipazioni in altre imprese.

A seconda dei casi specifici acquisire quote societarie di imprese terze può essere un grande vantaggio per l’azienda per:

  • diversificarsi sul mercato;
  • ottenere i dividendi;
  • richiedere finanziamenti;
  • allargare la propria influenza su altre aziende.

In particolare, infatti, se l’azienda acquisisce una quantità tale di partecipazioni per cui ottiene il diritto di partecipare alle assemblee decisionali, come per esempio il consiglio di amministrazione, il rappresentante aziendale, durante l’assemblea, può comunicare quali sono gli interessi aziendali e imporre la sua visione nella decisione dei prossimi obiettivi strategici.

Crediti

I crediti sono somme di denaro che l’azienda ha diritto di ricevere da terzi e, come anticipato, possono essere considerati sia parte del capitale attivo che come immobilizzazione finanziaria.

Per far rientrare i crediti nella categoria delle immobilizzazioni finanziarie è necessario considerare la natura dei crediti e la loro durata


Se i crediti derivano dalla compravendita di beni o servizi, si parla di crediti commerciali e non più di crediti finanziari; pertanto, questa tipologia di crediti non può essere considerata come immobilizzazione finanziaria.

I crediti che non derivano dalla compravendita di beni o servizi, definiti anche come crediti verso altre entità, possono essere considerate a tutti gli effetti un immobilizzazione finanziaria, ma solo se vengono restituiti all’azienda dopo un anno.

In sintesi, affinché siano considerati come immobilizzazione finanziaria, i crediti devono essere a lungo termine e non devono derivare dalla compravendita di beni o servizi.

Crediti come immobilizzazione finanziariaCrediti come Capitale circolare
DurataSuperiore a un annoInferiore a un anno
OriginePrestiti, finanziamentiCommerciale

Altri titoli

Tra le immobilizzazioni finanziarie rientrano anche i titoli di debito, definiti anche come altri titoli.


I titoli di debito, una volta emessi, si configurano come un credito nei confronti del soggetto emittente, in questo caso particolare un azienda, anche se per completezza chiariamo che i titoli di debito possono essere emessi anche dallo Stato e da altri enti pubblici, nazionali o internazionali.

Per essere considerati immobilizzazioni finanziarie i titoli di debito devono essere:

  • mantenuti all’interno del patrimonio aziendale sino alla scadenza;
  • di natura non commerciale, ovvero non devono essere destinati a scambi sul mercato.

Strumenti Finanziari Derivati Attivi

Gli strumenti finanziari derivati attivi, sempre se inseriti in una strategia finanziaria a lungo termine, possono essere inclusi nelle immobilizzazioni finanziarie.

Ma cosa sono esattamente questi strumenti?

Gli strumenti finanziari derivati attivi per definizione sono contratti o titoli il cui valore si basa sul valore mercato di un altro strumento finanziario, come per esempio:

  • un determinato tasso di interesse;
  • prezzo di strumenti finanziari;
  • prezzo di merci;
  • tasso di cambio;
  • indice di prezzo o di tasso;

Attenzione però, gli strumenti finanziari derivati possono essere utilizzati per due scopi:

  • con obiettivi speculativi;
  • come copertura dei rischi.

Solo se gli strumenti finanziari derivati attivi sono acquisiti come copertura dei rischi possono essere considerati immobilizzati, ma solo a seconda dell’attività coperta e solo se la passività che deriva dall’acquisizione dura oltre l’esercizio successivo.

Per capirci meglio, facciamo un esempio pratico.

Un’azienda ha come obiettivo quello di espandere la sua produzione e per raggiungerlo decide di acquistare un capannone nella zona industriale da adibire a magazzino.

Dal momento che per acquistare l’immobile l’azienda dovrà sottoscrivere un mutuo, il titolare preoccupato per l’aumento del tasso di interesse sceglie di ricorrere a un interest rate swap (IRS).

Per chiarire, un interest rate swaps è un accordo in cui due parti si accordano per scambiarsi flussi di interesse su un importo nozionale prefissato. 

Cosa succede a questo punto?

L’azienda, dopo essersi messa in contatto con la banca, sceglie di stipulare un IRS per convertire il suo tasso variabile in un tasso fisso, per esempio del 5%.

In questo modo l’azienda blocca il suo debito a un tasso fisso del 5%, a prescindere da quali saranno le future fluttuazioni del tasso di interesse. 

Dal momento che l’IRS è connesso alla durata del mutuo, lo strumento finanziario attivo avrà una durata ben superiore all’ anno contabile e pertanto sarà considerato immobilizzazione finanziaria.

Esempi di immobilizzazioni finanziarie

Esempi di immobilizzazioni finanziarie sono:

  • le quote societarie che permettono di diversificare il proprio portafoglio;
  • le obbligazioni e i titoli a lungo termine che permettono di ottenere introiti sul lungo periodo;
  • prestiti a lungo termine verso altre realtà al fine di supportare partnership strategiche e ottenere un ritorno sull’investimento grazie al tasso di interesse applicato.

Facciamo ora un esempio concreto e reale di immobilizzazioni finanziare prendendo in esame una delle Holding più conosciute in Italia: Fininvest.

Fininvest, oltre a numerosi altri asset azionari, possiede in partecipazioni:

  • il 47,91% MFE – MediaForEurope;
  • il 53,7% di Mondadori;
  • il 30,5% di Banca Mediolanum.

Le partecipazioni permettono alla Holding Fininvest di detenere sia diritti economici che diritti di voto: in questo modo la società può assicurarsi di ottenere ritorni sull’investimento iniziale importanti in diversi settori (televisivo, editoriale e bancario) e sedere a tavoli decisionali per manifestare i suoi interessi.

Immobilizzazioni finanziarie: perché è importante gestirle correttamente

Come anticipato nell’introduzione di questa guida, valutare e gestire nel modo adeguato le immobilizzazioni finanziarie è fondamentale per tutelare lo stato di salute dell’impresa, permetterle di crescere e raggiungere gli obiettivi prefissati.

Una corretta gestione delle immobilizzazioni finanziarie garantisce una stabilità economica sul lungo periodo: crediti, partecipazioni e strumenti assicurano flussi di cassa regolari e continui attraverso l’ottenimento di dividendi, interessi e altri ritorni sull’investimento.

Inoltre, una giusta valutazione delle immobilizzazioni consente all’azienda di diversificare i rischi: investire in diverse tipologie di partecipazioni aziendali, per esempio protegge l’azienda dalle fluttuazioni negative di un singolo settore o mercato.

Le immobilizzazioni finanziarie, oltre ad essere correttamente valutate, devono essere anche riportate nel modo corretto all’interno del bilancio aziendale: gestire correttamente le Immobilizzazioni Finanziarie all’interno del bilancio azienda è fondamentale per fornire una corretta valutazione dell’azienda e ottenere il favore di eventuali investitori.


Finora ti abbiamo parlato di quanto è importante una gestione corretta delle immobilizzazioni finanziarie, ma per fare maggiore chiarezza e darti tutte le informazioni di cui hai bisogno per valutare i tuoi investimenti è opportuno anche parlare di quali possono essere i rischi di una cattiva gestione delle immobilizzazioni finanziarie.

Se le immobilizzazioni finanziarie non sono gestite in modo adatto, l’azienda può risentirne notevolmente e subire perdite finanziarie ingenti, avere problemi di liquidità; crisi di impresa, e addirittura causare problemi legali.

Calcolo delle immobilizzazioni finanziarie

Calcolare le immobilizzazioni è fondamentale per capire qual è il loro ruolo all’interno del bilancio aziendale.

A dirci su quali basi devono essere valutate le immobilizzazioni finanziare è direttamente la Camera dei Deputati; nel documento ufficiale viene chiarito che:

  • le partecipazioni e gli investimenti in titoli di capitale e quote di fondi comuni d’investimento sono valutati al costo di acquisto;
  • gli strumenti finanziari derivati vengono valutate al “fair value” in relazione alla quota percentuale stabilita;
  • I crediti sono rilevati al loro presunto valore di realizzo.


Altre informazioni vengono riportate dal sito Agicap che riporta i procedimenti matematici attraverso cui è possibile calcolare le immobilizzazioni finanziarie. In particolare la fonte spiega come:

  • determinare l’attivo fisso lordo
  • stabilire il valore delle immobilizzazioni nette.

Secondo quanto riportato dal sito:

  • per calcolare l’attivo fisso lordo è sufficiente effettuare la somma di tutte le immobilizzazioni (immobilizzazioni finanziarie, immobilizzazioni materiali e immobilizzazione finanziaria).Una volta stabilito il valore dell’attivo lordo potrai utilizzarlo per stabilire il tasso d’usura, il prestito delle immobilizzazioni e l’intensità del capitale;
  • per calcolare le immobilizzazioni nette è necessario togliere dal totale di ogni immobilizzazione gli ammortamenti immateriali e materiali, dove per ammortamenti immateriali e materiali si intendono i costi relativi all’anno di esercizio.

L’ articolo 2426 del codice civile al comma 1, n. 1, 7 e 8, invece, entra più nel dettaglio e  stabilisce che le immobilizzazioni finanziarie, a seconda della loro natura, vengano rilevate nel bilancio secondo differenti modi:

  • le immobilizzazioni rappresentate da titoli sono rilevate con il criterio del costo ammortizzato, se applicabile;
  • i crediti e i debiti, così come aggio e disaggio su prestiti, sono rilevati secondo il criterio del costo ammortizzato, tenendo conto del fattore temporale
  • per i crediti si tiene conto del valore di presumibile realizzo.

Per comprendere meglio come avviene il calcolo del costo ammortizzato ti consigliamo di leggere le slide pubblicate dalla facoltà di economia dell’università di Firenze.

Conclusioni

Le immobilizzazioni finanziarie sono una parte fondamentale del patrimonio aziendale, in quanto sono determinanti per la crescita dell’azienda e per il conseguimento di obiettivi strategici.

All’interno delle immobilizzazioni finanziarie è possibile distinguere tra: partecipazioni in altre aziende, crediti a lungo termine, strumenti finanziari derivati attivi e altri titoli finanziari. 

Gestire in modo corretto tutte le tipologie di immobilizzazioni finanziarie è fondamentale per garantire la stabilità finanziaria: una corretta gestione può infatti portare all’azienda flussi di cassa continui, mitigare i rischi di mercato e ottenere il favore degli investitori interessati.

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