ESG e imprese: cosa sapere per vendere o acquistare in modo responsabile

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Sempre più spesso, tra gli elementi valutati in una trattativa di compravendita entrano in gioco i cosiddetti criteri ESG – Environmental, Social e Governance. 

Non sono un requisito burocratico, né un’etichetta da esibire, ma un insieme di indicatori che raccontano come un’impresa opera davvero: 

  • il rispetto dell’ambiente
  • la gestione delle relazioni interne ed esterne
  • la trasparenza del governo societario. 

Per chi si prepara a cedere o rilevare un’attività, l’ESG può essere sia un’opportunità di valorizzazione, sia un filtro utile per attrarre realtà solide e consapevoli. Ecco perché oggi è importante capire cosa significa ESG e come può entrare nel processo di compravendita.

ESG cosa significa e perché è diventato centrale per chi fa impresa

Il termine ESG racchiude tre dimensioni fondamentali: 

  1. l’impatto ambientale (Environmental)
  2. la responsabilità sociale (Social)
  3. le pratiche di governance (Governance). 

È un approccio nato inizialmente nel mondo finanziario, come risposta alla crescente necessità di valutare non solo la redditività di un’azienda, ma anche la sua esposizione ai rischi ambientali, etici e gestionali. 

Oggi, però, l’ESG ha superato i confini della finanza e si sta imponendo come standard trasversale per analizzare e raccontare la qualità di un’impresa.

Per le PMI italiane, che spesso si muovono in contesti locali e costruiscono rapporti fiduciari con fornitori, clienti e territori, l’adozione di criteri ESG è una leva di credibilità e visione sul futuro. Dimostra attenzione, consapevolezza, capacità di leggere i cambiamenti in atto. E in un’ottica di transizione, quella generazionale, quella tecnologica, quella legata alla sostenibilità, queste dimensioni sono sempre più rilevanti anche in chiave di passaggio di proprietà.

ESG e compravendita di aziende: cosa cambia nella due diligence

Se fino a qualche anno fa la due diligence di un’azienda si concentrava su bilanci, debiti, asset materiali e clienti chiave, oggi è sempre più comune integrare l’analisi ESG nel processo. 

Chi acquista vuole capire se l’impresa ha adottato politiche ambientali concrete, se rispetta normative di sicurezza, se il turnover del personale è sotto controllo, se ci sono procedure trasparenti a livello di governance. 

Non si tratta di valutazioni opzionali, in quanto, in molte filiere e in settori sempre più regolamentati (come agroalimentare, moda, turismo, logistica), l’assenza di queste pratiche può limitare l’accesso a commesse, fondi, agevolazioni o partnership internazionali.

Per questo motivo, l’analisi ESG non è solo uno strumento difensivo, ma soprattutto un modo per evidenziare il valore di ciò che spesso non si vede nei conti, come la reputazione, la solidità dei processi interni, la capacità dell’azienda di affrontare il futuro senza dover ripensare tutto da zero. 

E in un contesto competitivo in cui le differenze si giocano su sfumature, offrire queste garanzie può fare la differenza tra chiudere una trattativa e perdere un’opportunità.

ESG e valore aziendale

Valutare un’azienda significa oggi saper riconoscere anche il potenziale nascosto nei suoi comportamenti. Un’impresa che ha avviato processi di efficientamento energetico, che ha ridotto sprechi o che ha introdotto meccanismi di partecipazione del personale nei processi decisionali, si prepara meglio a eventuali cambiamenti normativi o a sfide di mercato. Tutto questo si traduce in minor rischio e maggior potenziale di crescita, elementi che pesano nella definizione del valore.

Dal punto di vista dell’acquirente, è un modo per valutare quanto sia solida l’impresa anche sotto stress. 

Dal punto di vista del venditore, è un’occasione per far emergere aspetti di valore che non si leggono in un bilancio. 

In entrambi i casi, integrare l’ESG nella strategia di valutazione è un passo avanti verso una trattativa più informata, più equa e più orientata al lungo periodo.

Governance e trasparenza

Spesso si pensa che i criteri ESG siano sinonimo solo di sostenibilità ambientale, ma in realtà uno dei pilastri più rilevanti, soprattutto in fase di cessione o acquisizione, è la “G” di Governance

In questa dimensione rientrano:

  • la struttura societaria
  • la chiarezza delle deleghe
  • la gestione dei conflitti d’interesse
  • le politiche retributive
  • la tracciabilità delle decisioni. 

Tutti aspetti che diventano cruciali quando si apre un dialogo tra venditore e potenziale acquirente. Più un’azienda è trasparente e ben strutturata, meno margine c’è per incomprensioni, contestazioni o sorprese in fase di subentro.

È anche per questo che B2Scout mette al centro del proprio metodo strumenti che favoriscono la correttezza delle informazioni e la tutela di entrambe le parti: dalla protezione dei dati sensibili, all’integrazione di servizi fiduciari come l’Escrow Agreement, fino alla collaborazione con partner legali. Una governance solida non è un tema astratto, ma la base concreta per una transazione fluida e senza rischi.

ESG come leva di fiducia per chi compra e per chi investe

Chi cerca un’azienda da acquistare, oggi, guarda anche alla cultura che quell’impresa incarna. Una realtà che ha a cuore la propria filiera, che forma i dipendenti, che investe nel territorio e che comunica con coerenza, trasmette affidabilità. 

Anche nel B2B, dove si parla spesso di numeri e strategie, la fiducia resta il motore di ogni scelta.

In questo senso, l’adozione di criteri ESG non è solo una questione di compliance, ma un modo per dichiarare pubblicamente il proprio modo di fare impresa. 

È un messaggio che rassicura chi entra in trattativa, che motiva i collaboratori a restare anche dopo il passaggio di proprietà, e rafforza la reputazione. 

E in un contesto in cui sempre più investitori, anche nel private equity o nel mondo delle acquisizioni strategiche, applicano filtri ESG per selezionare le imprese target, mostrare attenzione a questi aspetti può aprire scenari interessanti anche dal punto di vista finanziario.

Come integrare l’ESG in un processo di compravendita con B2Scout

Iniziare a considerare l’ESG nel proprio percorso imprenditoriale non significa dover rivoluzionare tutto, ma introdurre alcune pratiche che migliorano la leggibilità dell’azienda e rafforzano la posizione negoziale. 

In fase di vendita, si può affiancare alla valutazione economica una verifica di eventuali iniziative ESG già attive, evidenziandole nella documentazione di supporto all’annuncio o nella trattativa. 

In fase di acquisto, è utile integrare nel processo di due diligence alcune domande orientate alla sostenibilità e alla gestione aziendale, anche per pianificare fin da subito eventuali interventi di miglioramento.

Con B2Scout, è possibile ricevere supporto in questo processo con i professionisti giusti per valorizzare i dati ESG e inserirli correttamente nel percorso di vendita. 

È sempre più importante e determinante sapere che il valore di un’azienda non si misura più soltanto con il fatturato. Oggi, chi compra e chi vende guarda più in profondità, alla qualità delle relazioni, alla visione a lungo termine. 

Integrare gli aspetti ESG nel processo di compravendita significa prepararsi al futuro, fare scelte più consapevoli e attrarre interlocutori più affidabili.

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