Avere una buona idea non basta. Uno degli ostacoli principali per chi vuole avviare o sviluppare un progetto, sia esso imprenditoriale, sociale o culturale, è capire come farsi finanziare un progetto. Spesso il problema non è solo trovare chi possa finanziare, ma anche scegliere lo strumento giusto, prepararsi adeguatamente e presentarsi in modo convincente.
Ogni progetto ha esigenze specifiche: una startup tecnologica avrà dinamiche e opportunità diverse rispetto a un negozio di quartiere, così come un progetto culturale o sociale avrà bisogno di percorsi ad hoc. Non esiste quindi un’unica risposta alla domanda come finanziare un progetto, ma esistono numerose strade, ciascuna adatta a determinate tipologie di iniziative.
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Come finanziare un progetto: le opzioni principali
Per prima cosa è importante capire che non esiste un solo modo per trovare i fondi necessari. Le possibilità sono molte e la scelta dipende dal tipo di progetto, dalla sua dimensione e dal contesto in cui si intende realizzarlo.
L’autofinanziamento resta una delle prime opzioni, soprattutto per piccoli progetti o iniziative a carattere personale o familiare. Si tratta di impiegare risorse proprie o quelle messe a disposizione da amici e parenti. Se da un lato questa soluzione permette di evitare burocrazia e indebitamento, dall’altro limita spesso l’entità del capitale disponibile, e non tutti possono permetterselo.
Un’altra strada è rappresentata dai finanziamenti bancari, che possono assumere diverse forme come prestiti personali, mutui per investimenti, o linee di credito dedicate alle imprese. È la soluzione più tradizionale, ma richiede una buona capacità creditizia, garanzie e un business plan credibile.
Molto interessanti, specie per chi sta avviando un progetto imprenditoriale o sociale, sono i finanziamenti pubblici. Bandi regionali, nazionali ed europei offrono contributi a fondo perduto, prestiti agevolati o incentivi per l’innovazione, l’imprenditoria giovanile o femminile, la digitalizzazione o la valorizzazione del territorio. Partecipare a un bando richiede attenzione e preparazione, ma può rappresentare una vera opportunità per ottenere risorse senza doverle restituire.
Negli ultimi anni, il crowdfunding è diventato uno degli strumenti più versatili. Permette di raccogliere fondi online da una comunità di sostenitori attraverso piattaforme specializzate. Esistono diversi modelli: reward-based, basato su ricompense, equity-based, che prevede l’ingresso nel capitale, o lending, ossia prestiti da parte della community. È una soluzione particolarmente adatta a progetti con una forte componente innovativa o sociale e permette anche di validare l’interesse del mercato ancor prima della realizzazione.
Infine, chi sviluppa progetti a medio-alto potenziale può considerare la via degli investitori privati. Business angel e fondi di venture capital investono capitali in cambio di quote dell’impresa, puntando su iniziative con prospettive di crescita e scalabilità. Ottenere il loro supporto richiede un’idea solida, un team credibile e capacità di presentare il progetto in modo convincente.
Come farsi finanziare un progetto
Per ottenere un finanziamento serve un processo ben definito e una preparazione accurata.
Il primo passo è sempre la definizione del progetto. Un’idea generica non basta, bisogna essere in grado di raccontare chiaramente cosa si vuole realizzare, a chi ci si rivolge, quali risultati si vogliono raggiungere e in quanto tempo.
Non è sufficiente, ad esempio, dire “voglio aprire un laboratorio artigianale”, ma è necessario specificare che tipo di prodotti si intende realizzare, quale mercato si vuole servire, in quale contesto geografico e con quali risorse si parte. Un progetto senza questi elementi difficilmente otterrà credito, sia da un bando pubblico, sia da una banca o da un investitore privato.
Successivamente bisogna identificare il canale di finanziamento più adatto. Non tutte le opzioni sono equivalenti o intercambiabili. Un piccolo progetto locale potrà trovare nel microcredito o in un bando comunale una soluzione efficace, mentre una startup tecnologica avrà più possibilità con un business angel o con una campagna di crowdfunding. La scelta del canale deve essere coerente con le dimensioni, gli obiettivi e la natura del progetto.
Una volta individuato il percorso, occorre preparare il materiale necessario.
Il business plan è il cuore di ogni richiesta di finanziamento. Non si tratta solo di un documento formale, ma di uno strumento che racconta il progetto, ne esplicita i numeri e i margini di sostenibilità economica, fornisce indicazioni sulla strategia commerciale, sul mercato di riferimento e sulle risorse necessarie. Deve essere chiaro, realistico e soprattutto credibile. In molti casi, soprattutto per bandi o investitori, è richiesta anche una presentazione sintetica (pitch) che in poche slide evidenzi i punti chiave del progetto.
Il passo successivo è la presentazione. A seconda del tipo di finanziamento cambieranno modalità e tempi. Un bando avrà procedure e scadenze precise, una banca richiederà un incontro di approfondimento, un investitore privato si aspetterà una presentazione personale efficace e in grado di trasmettere non solo numeri, ma anche visione, entusiasmo e capacità imprenditoriale. Per chi opta per il crowdfunding, la presentazione avviene invece direttamente online, attraverso una campagna che deve saper coinvolgere e attivare una comunità di sostenitori.
Infine, non va sottovalutata la fase conclusiva, quella della negoziazione e della gestione del finanziamento. Ricevere un sì non significa sempre ricevere esattamente ciò che si era immaginato: può essere necessario rivedere alcune condizioni, adattare i piani alle richieste del finanziatore o fornire ulteriori garanzie. Essere pronti a negoziare con flessibilità, ma senza compromettere la sostenibilità del progetto, è una competenza essenziale.
Come farsi finanziare un’idea imprenditoriale: consigli pratici
Se il progetto è ancora in fase di idea e non esiste ancora un’impresa vera e propria, ottenere un finanziamento è certamente più complesso, ma non impossibile.
In questo caso è fondamentale trasformare l’idea in un progetto “finanziabile”.
Serve definire chiaramente l’opportunità di mercato, individuare un bisogno reale, proporre una soluzione innovativa o distintiva e, anche se non esiste ancora un prodotto definitivo, sviluppare almeno un prototipo o una simulazione.
È proprio in questa fase che strumenti come il crowdfunding o i fondi dedicati alle startup innovative possono fare la differenza, offrendo la possibilità di raccogliere fondi prima ancora dell’avvio operativo.
Presentare un’idea senza numeri, senza obiettivi e senza una minima validazione del mercato è uno degli errori più comuni. Un business plan anche semplificato, l’identificazione chiara del pubblico e delle strategie di sviluppo sono sempre richiesti, anche nelle fasi iniziali.
Un aspetto spesso sottovalutato è la coerenza tra l’importo richiesto e l’effettivo fabbisogno. Chiedere cifre troppo alte o irrealistiche senza giustificazioni adeguate può portare alla bocciatura immediata, anche in presenza di una buona idea.
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